Salve cari lettori! In questi giorni particolari per la nostra nazione, e per il resto del mondo, la lettura ci è stata di grande aiuto per evadere, per non pensare e per farci viaggiare per mondi fantastici semplicemente usando le pagine di un libro. Spero di essere d'aiuto, con questo gruppo di lettura, a tutte le persone che si sono trovate - come me - sopraffatte da questa strana situazione. Speriamo che questo periodo passi presto e approfittiamone per leggere quei libri che prima ci facevano paura: adesso abbiamo molto più tempo per leggere i mattonazzi che ci fissano dalla libreria!
Oggi, dopo tanto tempo che non scrivevo sul blog, vi riporto la recensione di un pilastro delle letture fantasy per eccellenza! Nel mese di febbraio io e la mia partner in crime Federica (@sentieridineverossa), abbiamo deciso di organizzare un gruppo di lettura sul Signore degli Anelli e così, messa su la nostra personalissima compagnia, siamo partiti per questo grande viaggio per le regioni di Arda, che è iniziato dalla Terra di Mezzo, con Lo Hobbit.
Sono rimasta stupita dalla cura, dalla creatività e dalla maestria di Tolkien che con il suo stile inconfondibile ha iniziato a scrivere questo racconto per i suoi figli, che poi è diventato un libro che ha finito per coinvolgere il mondo intero. Tutto scorre con una perfezione disarmante, ogni cosa è collegata in maniera perfetta. Il Maestro ci introduce lentamente in un mondo tutto nuovo, con le sue lingue, le sue regioni ed i suoi abitanti, fatti di tradizioni e magia. Mi sono anche un po' pentita di non averlo letto prima e di essermi limitata solo alla trilogia del Signore degli Anelli.
Il libro, pubblicato nel 1937, si presenta un po' come una premessa di tutta la storia del Signore degli Anelli; in realtà anche l'idea stessa del signore degli anelli nasce proprio durante la scrittura di questo libro. In questa parte l'attenzione si concentra su Bilbo Baggins, protagonista assoluto di questo libro; unico figlio di Belladonna Tuc e Bungo Baggins (due nomi e due famiglie completamente opposti: i Baggins, famosi per la loro riservatezza e tranquillità, e i Tuc, particolarmente inclini alle avventure) è sempre stato un rispettabile Hobbit, almeno fino a che la sua parte Tuc non si risveglia per prendere il sopravvento sulla sua vita ordinaria e anche un po' monotona.
“In un buco nella terra viveva uno hobbit. Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco-hobbit, vale a dire comodo.”
Bilbo conduce una tranquilla esistenza nel suo buco-hobbit, fuma la sua erba pipa e ama iniziare la giornata con una, o meglio ancora due colazioni. Un giorno si presenta alla sua porta lo stregone Gandalf il Grigio, che dice di averlo scelto come scassinatore e cerca di coinvolgerlo in un viaggio verso la Montagna Solitaria, dove giace un immenso tesoro appartenente alla famiglia dei Nani di Thorin Scudodiquercia. Il tesoro, però, è avidamente sorvegliato dall'enorme drago Smaug.
In un primo momento Bilbo si rifiuta di partire per questo spericolato viaggio per terre a lui sconosciute; l'avventura non fa per lui, che è un semplice hobbit, a cui piace mangiare, stare in casa e non è poi un così grande avventuriero. Gandalf ripone tutta la sua fiducia in Bilbo, sa benissimo che lui è pronto per questo viaggio. Sono i Nani e le parole di Gandalf, la sua fiducia, che convincono il giovane Hobbit a partire per questa avventura.
Così i Nani, Gandalf e Bilbo partono tutti insieme a cavallo per compiere questo grande viaggio, che ovviamente non si rivelerà certo una passeggiata. Il racconto, in questa prima parte sembra ingranare lentamente e i guai per i nostri protagonisti si presentano sempre in maniera graduale. Nelle varie tappe del viaggio, insieme alla compagnia, ci siamo addentrati per posti macabri ed oscuri, caverne e sentieri bui, incontrando personaggi altrettanto inquietanti e pericolosi.
La vera avventura, per Bilbo, inizia quando - tra le gallerie degli Orchi - trova per puro caso un anello a terra che attira particolarmente la sua attenzione. L'anello appartiene a Gollum, o almeno lui se ne sente padrone. Questo oggetto influenza il personaggio a tal punto da costringerlo a vivere per quelle buie gallerie e nutrirsi di quello che trova, senza mai uscire o vedere la luce. Una volta scoperto il potere dell'anello, Bilbo lo utilizzerà per salvare - più di una volta - la vita dei suoi scettici compagni, che pian piano inizieranno ad apprezzare la sua presenza.
La lettura si fa veloce e spedita dal momento in cui la compagnia arriva a Bosco Atro, l'aria é satura di tensione e anche molto cupa. Una volta entrati nel bosco, Bilbo e i Nani dovranno seguire il sentiero, per non perdersi e rischiare di rimanere lì dentro per sempre. Il Bosco Atro è buio e non filtra un solo raggio di sole dalle fitte fronde, in un primo momento non si lascia nemmeno intendere al lettore quando sia giorno o notte e quanto tempo trascorrano li dentro i protagonisti; nemmeno dentro Bosco Atro mancheranno le disavventure e le occasioni, per Bilbo, di affermare la sua audacia e la sua astuzia. Ancora una volta, grazie a lui, la compagnia potrà proseguire il suo viaggio verso il tesoro.
Sicuramente, nei panni dei piccoli Tolkien, avrei amato il personaggio di Bilbo Baggins; da padre avrei sempre sperato che lo Hobbit potesse divenire fonte di ispirazione per i miei figli: nessuno diventa audace se non davanti a degli ostacoli così grandi, nessuno può cambiare opinione su di noi se non ci mettiamo in gioco. Per quello che mi riguarda è questo il messaggio che Tolkien ha voluto lasciare ai suoi figli ed a tutte le generazioni future, raccontando le vicende di un mezzo uomo che davanti all'avventura non si è mai fermato, che non si è mai lasciato sopraffare dalla paura.
Gandalf non ha mai detto per quale motivo Bilbo fosse la persona per compiere questo viaggio, spetta a noi scegliere il motivo più giusto; una cosa sola era certa fin dall'inizio: "una volta intrapreso questo viaggio, Bilbo, non sarai più quello di una volta, se tornerai". E spero che anche ai miei compagni di viaggio questa lettura abbia lasciato qualcosa, spero che abbia acceso il cambiamento in tutti noi e spento per sempre le insicurezze che ci affliggono, perchè penso sia questo il compito di questo libro, quello in cui Tolkien sperava.
Leggetelo!
Baci
Coraline 🌷💙
Ciao! La lettura dello Hobbit che abbiamo fatto grazie al gdl è stata bellissima, non pensavo di poter apprezzare questo libro, avendo già letto in parte ISDA perchè pensavo che fosse il classico caso in cui un'opera fa successo e poi allora uno inizia a scrivere prequel e sequel. Bella la riflessione finale sul fatto che non sappiamo perchè Gandalf abbia scelto proprio Bilbo :)
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